Nel lontano Giurassico superiore, più precisamente in pieno Malm, viveva sulla Terra un raccapricciante sauro. Grande erbivoro, ma munito di affilatissimi e taglienti denti aguzzi di 5 centimetri di diametro e lunghi tanto così, il Ruttasauro era abitudinario delle zone di periferia delle grandi città giurassiche come Gierusa Lemme. Parente alla lontana (ma veramente alla lontana) del Muttaburra saurus vissuto nel Trias Medio-Inferiore qualche milione di anni prima, il Ruttasaurus organizzava in branchi scorribande notturne razziando gli orti ecologici e biodinamici, preferendo di gran lunga tutta un serie di verdure di cui da perfetto erbivoro andava ghiotto: cipolla e aglio.
I due stomaci del Ruttasauro, uno grande come una noce posizionato sulla schiena e uno grande come una noce di cocco posizionato sulla pianta del piede destro, riuscivano a digerire le grandi quantità di materiali indigesti secondo la teoria di Jurgen Aughentaler:
CpO2La + AgLiO + H2O + H2SO4 = RU2T(O)16 + (Pu)2 + (Pi)2
nota legge della conservazione degli elementi del XIX secolo.
Ovviamente a causa della posizione sfavorevole del secondo stomaco, quello che aveva il compito maggiore nel processo digestivo, il Ruttasauro non poteva deambulare durante la digestione, cosa che gli impediva la fuga dopo la razzìa degli orti. Ed ecco il colpo di coda: nel caso fosse stato preso in flagranza, un movimento incosciente e disarticolato del diaframma provocava un forte e squassante rutto nel quale venivano espulsi a circa 150 Km/h i gas scarto della reazione sopra citata in direzione di ogni malcapitato in avvicinamento.
Questo provocava asfissia dell’aggressore e un maggior tempo di fuga.
Il Ruttasauro si estinse nel Cretaceo superiore a causa della mancanza di femmine.
cristina il 18 maggio 2011 alle 15:06 ha detto:
il ruttasauro ha sicuramente fatto un giro in uno dei negozi indiani che ci sono sotto casa mia (temporanea) a Parigi, me la sento
paui il 23 maggio 2011 alle 22:22 ha detto:
Non è possibile, si è estinto nel Cretaceo.