Nelle prealpi venete vi sono un sacco di microambienti adatti alla creazione di nicchie floro-faunistiche. Uno di questi è la valle di Schievenin, una remota valle del bellunese, nota nel mondo dell’arrampicata sportiva perché sede di una storica palestra di roccia1.
Qui e solo qui vive una sottospecie di coleotteri del genere Melolontha (il maggiolino comune, classificato per la prima volta da Linneo nel 1758), caratterizzati da alcune caratteristiche peculiari tra cui:
- capacità di scalare sul calcare con velocità costante indipendentemente dal grado di difficoltà;
- possedere elitre con visore 240×380 px con retina display;
- possedere un gps integrato.
Il maggiolino arrampicatore, ribattezzato da Irbarol “climber beetle” (dimostrando grande capacità di conoscenza della lingua inglese2) rappresenta un caso unico al mondo di consapevolezza nei propri mezzi.
Arrampica con coscienza adottando la regola della “scalata modulare continua” in cui il principio fondamentale è basato sul calcolo matematico della scelta della prossima zampa da muovere (il maggiolino ne ha 6) verso il prossimo appiglio, che avviene secondo la formula:
z = (r + 1) + e / h3 – 1
dove z equivale al numero della zampa da muovere, r è il fattore di difficoltà della parete (varia da 1 a infinito), e è la costante di protezione ed equivale a 5,6 kiloparsec, g è l’accelerazione gravitazionale (9,81 m/s2) anche se nella formula stranamente non è presente e h è un valore espresso di volta in volta differente ma su cui occorre avere fiducia.
L’unico vero difetto del maggiolino arrampicatore è che sbeffeggia l’uomo. Se, per esempio, durante il suo percorso incontra uomini tesi ad arrampicare che dimostrano una certa esitazione nella progressione verticale, si inventa malsanamente di sbeffeggiarli aprendo le elitre digitali visualizzando messaggi del tipo “tanto arrivo prima io” o “tornatene da dove sei venuto” o peggio ancora “datti all’ippica”, che non sono proprio il massimo per chi cerca consapevolezza nei propri mezzi con l’arrampicata sportiva.
Il ciclo di vita del maggiolino arrampicatore finisce quando una scarpetta di un uomo arrampicatore, inavvertitamente o volontariamente, lo schiaccia.
Nota 1. Il grande etologo Irbarol (quasi inutile menzionarlo, ndr) da giovane ha vinto i campionati veneti di arrampicata libera del 1972 battendo grandi campioni noti dell’epoca come Garfano Ceppoli, Teodrigo Mafaldi, Roccio Tantini e Pierpaolo Raggranellando, superando in finale quest’ultimo su un banale 4a+ semplicemente mettendo polvere di banana liofilizzata dentro il sacchetto portamagnesite dell’avversario.
Nota 2. Irbarol è irlandese di nascita.
cristina il 28 gennaio 2013 alle 15:08 ha detto:
ma com’è questo maggiolino? non possiamo avere in anteprima una sua visualizzazione? così gli arrampicatori sfrenati alla sua vista cambiano via. salviamo i maggiolini!! (motto antispecista)