Lungo le frastagliate coste del Mar Tirreno vive un rarissimo tipo di echinide: il riccio di mare comune. Tra le varie caratteristiche sempliciotte che lo relegano tra gli animali anormali marini più rari si possono annoverare:
- un guscio calcitico costituito da piastrine di forma esagonale perfettamente distribuite nello spazio sia nella zona sommitale che in quella distale;
- un numero preciso di aculei (esattamente da quattro decine ad una dozzina di centinaia) atti alla protezione meccanica dell’animale in caso di aggressioni esterne;
- un numero indefinito di aculei di altro tipo non oggetto di questa analisi*;
- almeno qualche peduncolo infratibiale che permetta il movimento omolaterale veloce e qualche peduncolo intralanternale che stimoli il movimento lento;
- una bocca situata dove capita al momento della nascita del germe calcitico;
- un ano situato sempre in prossimità della bocca per permettere un apparato digerente cortissimo (perché non c’è tempo da perdere);
- sfere chitiniche sottobasali per lo spostamento traslarotazionale sull’asse di rotazione verticale.
Durante il periodo ottobre-novembre il riccio di mare comune trascorre un periodo di letargo in cui le funzioni vitali si azzerano fino al raggiungimento, nella maggior parte dei casi, della morte. Esso verso la fine di settembre in concomitanza con il compleanno di Gian Edoardo Scaramazzariello, che cade esattamente il 29 settembre, identifica nella roccia un foro del diametro di circa il suo più un pochettino e, con un ritocco post-produzione lo sagoma a suo piacimento per una calzata perfetta. Poi vi ci entra ritraendo tutti gli aculei sfruttando il loro innato meccanismo telescopico e successivamente aspetta il 1° di ottobre. Poi aspetta il 2 di ottobre e poi il 3 e così via fino al 30 di novembre data di fine letargo e vita.
Dopo questo breve letargo si decompone nelle migliaia di piastrine esagonali di cui è composto il guscio lasciando libero il foro sagomato nella roccia. Ogni piastrina esagonale si scioglie lentamente nell’acqua ad alta salinità del Mar Tirreno secondo la dissoluzione anionica anossica prevista dal postulato di Henry Lloyd:
Ca(CO3)2 + H2O → golfino di alcantara + CO2
Che prevede oltretutto aumento indiscriminato di entropia e di calore.
*vedi “il contatore di aculei (iCuulei™)” del riccio comune dell’alta pianura padana