“Il tucano è un uccello intelligente”. Una prova di tale affermazione arriva dall’ultima pubblicazione a carattere ornitologico di Irbarol eseguita nel gennaio del 2010 nelle foreste nebulari di Monteverde, uno dei più spettacolari luoghi del mondo dove osservare tali uccelli. Tale pubblicazione ha riscosso molto successo nelle riviste di satira. Irbarol volle dare ad ogni costo il suo contributo scientifico alla questione, ancora senza risposta concreta, sull’esatto utilizzo del becco di dimensioni spropositate del tucano.
Le principali teorie in voga fino ad oggi si sono aggrovigliate negli anni passati attorno a due para-concetti per cui il becco di spropositate dimensioni:
- serve per prendere frutti e bacche di arbusti spinosi e quindi la lunghezza evita il dover infilarci la testa per intero;
- il becco di grandi dimensioni ha la funzione di raffreddamento della testa nelle ore calde della giornata come fungesse da parasole.
Irbarol, da sempre il “bastiàn contrario” della scienza, sfruttando alcune conoscenze acquisite su internet e bypassando il metodo galileiano senza dunque effettuare osservazioni dirette in foresta (come dargli torto, molto meglio gustarsi una macedonia di ananas e papaya seduto nel divanetto del suo B&B a guardare le nuvole passare) ha ipotizzato che il tucano sia in realtà un grande ed esperto pescatore. L’uccello utilizzerebbe dunque il grosso becco per catturare pesci di taglia media comportandosi esattamente come un martin pescatore.
Se Irbarol avesse saputo che il tucano non è un carnivoro non avrebbe pubblicato tali cazzate.