La sarda sarda

Naturalmente la sarda sarda vive in Sardegna. Si tratta ovviamente di un pesce pelagico prevalentemente distribuito in branchi numerosi il cui numero di esemplari varia tra 5000 e 5001. La forma della sarda sarda è quella di un pesce, tipicamente lanceolata o a losanga, dalla pinna dorsale corta e dalla pinna caudale lunghissima sulla cui sommità sono disposti da 10 a 11 aculei capaci di iniettare un potentissimo veleno a base di acetil-ipotronato di cozze.

Il colore della sarda sarda è variabile tra tutti quelli presenti sulla tavolozza del pittore perché essa è molto abile nel camuffamento. Il comportamento tipico della specie è visibile nel sud-est della Sardegna dove la presenza di coste frastagliate caratterizzare da porfiriti arancio-rossastre permette alle 5 migliaia di sarde di mettersi d’accordo per mimetizzarsi in prossimità del fondo roccioso. “Forza tutti insieme” incita il capobranco “l’arancione si fa con rosso e giallo” per uniformare il colore del branco alla tonalità della roccia in quel punto. Come sempre succede nei gruppi numerosi ogni individuo fa storia a sè e quindi c’è chi è ligio nel colorare la propria livrea di un arancione preciso preciso tipo l’esadecimale #FF9900 e chi invece usa molta approssimazione tipo “ci metto tanto giallo così in tanto rosso così” o chi ancora sbaglia tutto e e sbatte nel rosso un blu cobalto facendo un inequivocabile viola scuro. I casi di recidività fanno imbestialire il capobranco responsabile del camuffamento generale che talvolta predispone espulsioni dal branco tenendo conto che il numero totale deve risultare sempre 5000 o 5001. Quindi per una espulsione potrebbe essere necessaria una acquisizione da un altro branco. Il branco, una volta camuffato, è capace di stare immobile per ore finché non arriva qualcuno che dallo scoglio sovrastante dice “vi ho visto”. A quel punto tutti si dileguano, avvistatore compreso.

Irbarol ha cercato spesso la sarda sarda quasi essenzialmente per provare a rubare allo scopritore della specie la paternità della scorperta. Fallì sempre miseramente nell’intento per via che batté le coste delle Azzorre e delle Canarie, naturalmente ben al di fuori dell’areale di distribuzione della sarda sarda.

Questa voce è stata pubblicata in etologia, la vita di irbarol.

2 commenti

  1. In alcuni trattati di cyber pesca (Pescare n.6 di giugno 2011, ed.Cannabis, PescaSportiva n.9/b di marzo 2011, ed.LaTrota, BallediPecsatore n.2 di febbraio 2011, ed. Mondragon) un noto micologo kenyota Abudir Edullisee, colto dalla diffusa aspirazione di fama che porta i micologi a creare sottospecie alla sottominima ed insensata differenza, prospetta l’esistenza di una leggera variazione della specie, che fa parte ma comprende nello stesso tempo la suddetta Sarda Sarda. Trattasi della Sa Dasarda, che differisce dalla Sarda Sarda solo per il fatto che l’osservatore era lo stesso Edullisee.
    Il noto micologo istrione, già noto per aver truccato coi trasferelli un Boletus Edulis per poter creare la specie Boletus Edulisse Transfercolor, sostiene con vigore la propria tesi, e promette di sosrprendere la scienza ittica provando l’esistenza di questo pesce.
    Il dibattito sull’effetiva esistenza di una differenza che giustifichi l’esistenza di una sottospecie o sovraspecie che sia, è rimandato alla prima prossima cattura della Sa Dasarda, che Edulisee ha promesso avverrà nel periodo dal 14 al 15 agosto, quando le Sarde Sarde da Su Sirboni migrano ad Arbatax per assistere ai fuochi di Ferragosto.
    Nel frattempo, essendo il 15 agosto vicino, ha già promesso che sul nuovo numero di Airone di settembre 2011 fornirà le prove dell’esistenza di una microspecie di Mosca Salmonicolor. Al momento non sa spiegare da cosa differisce dalla mosca comune euopea, ma dichiara che ci penserà dal 16 al 23 agosto durante le sue ferie a Marina di Bibbiena con la Renatona.

    • Sono commosso.

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