La spedizione Irbarol-Kulik del 1927 a Tunguska

Come ben noto nei palazzi scientifici, l’esplosione di Tunguska del giugno del 1908 ha rappresentato un evento catastrofico di eco mondiale ma ancora a tutt’oggi avvolta da un alone di mistero. Quale fu la causa effettiva di quel boato in pieno cratone siberiano che sconvolse il cielo di quel 30 giugno alle 7:04 e che devastò un’ampissima area di territorio radendo al suolo una foresta riducendone gli alberi centenari a pali di legno carbonizzati? Leonid Kulik fu il primo scienziato, nel 1927, ad organizzare e realizzare una campagna alla ricerca di un cratere da impatto di un grande meteorite, tale fu la prima ipotesi più credibile. Nessuno ovviamente sa che Irbarol, che in quel periodo si trovava a Minsk per una indagine sui metainsetti boreali, riuscì a contattare Kulik al cellulare per chiedergli di potersi aggregare alla storica spedizione.
E così fu.
Irbarol scrisse in appoggio alle ricerche prettamente geomorfologiche di Kulik un trattato di “geofilia” rappresentante l’analisi chimico-granulometrica delle feci degli organismi viventi in un raggio di 200 km dal’epicentro della caduta (ben localizzato ormai nella Palude del Sud, area paludosa a nord del monte Sakrama) alla ricerca di tracce di vanadio, ipoteticamente presenti in gran quantità nel corpo meteoritico. Dopo aver analizzato in campo più di 50000 cacche di organismi appartenenti a diversi phylum e non riuscendo a trovare dei risultati soddisfacenti, diede a Kulik questo esito: “Nel raggio di 200 Km dall’epicentro dell’impatto tutti gli organismi viventi nel perdiodo 1908-1927 non si sono cibati di Amanita muscaria* e Bauxite*”.

Fu una vera e propria presa per il Kulik.

*Il primo è un fungo il secondo un minerale di alluminio. Entrambi possono contenere vanadio.

Questa voce è stata pubblicata in in rilievo, la vita di irbarol, matematico-fisico-chimica.

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