Durante il suo classico viaggio nell’Africa nera di qualche decennio fa, nelle foreste tra i confini liberio-ivoriani, tra le comunità di Adzopè ed Awaso, il neo bioetologo Asgard Kioskesen incontrò il pluripremiato etologo togolese Atakpalè Lomè, da cui imparò una sfilza inimmaginabile di segreti e da cui riuscì a carpire un’infinità di informazioni utilissime alla crescita di un sano bioetologo.
Ad esempio Kioskesen non sapeva ancora che dopo una balla mostruosa si poteva facilmente recuperare con una tempestiva ingestione di un’altra poderosa dose di alcool mattutina, dose detta da Atakpalè gondralgol.
Kioskesen non era nemmeno avvezzo all’epoca a fumare quelle strane sigarette fatte a mano “con l’agiuntina, eheh”, come diceva sempre il simpaticissimo Atakpalè finché le preparava. Però imparò presto a farle e soprattutto a fumarle durante le calde serate in cui i due riordinavano le foto e le informazioni raccolte durante la giornata nelle umide foreste ivoriane.
Gli studi presero seriamente in considerazione la possibilità che la già nota tartaruga Kinixys homeana, famosa per il carapace dalla particolare forma allungata e spigolosa, simile un po’ ad una scatola parallelepipeda o ad una vasca da bagno (gli africani infatti la chiamavano scherzosamente Tartaruga Prinz o anche Tartaruga Trabant) avesse in realtà anche una diramazione in sottospecie mai rilevata, cioè la Kinixys homeana TinTin.
Ora con tutte le balle atomiche e le sigarette “con l’agiuntina, eheh” che i due si fecero in quei lunghi mesi è un po’ difficile dire quanto gli studi possano essere degni di rilevanza, vista anche l’età poco più che adolescenziale dei due; certo è che, volendola vedere così, i quaderni degli appunti etologici di due dei più rinomati studiosi di fine ed inizio secolo parlano entrambi di questa sottospecie e soprattutto negli stessi termini. Cosa che può dare valenza scientifica al parere di uno a caso dei due.
I due descrivono l’esigenza di classificare la sottospecie per il fatto che queste tartarughe sembravano sempre attratte dal profumo speziato ed orientale che gli etologi emanavano; esse sembravano gradire l’odore respirando affannosamente a bocca aperta ed estraendo e ritirando curiosamente la lingua, emettendo un suono sordo e fuori tempo rispetto al movimento della bocca. Un po’ come quando nei cartoni parlava TinTin.
Fino ad ora nessuna Kinixys homeana a memoria d’uomo aveva mai parlato e negli scritti scientifici, mai si era espresso il concetto, poi ripreso dalle tartarughe Ninja, di tartaruga parlante.
La tartaruga TinTin è una specie timida ed elusiva, forse perché conosce i propri limiti espressivi. Presenta un ciuffo biondo sulla pelata della cavezza. Ha due occhi a fagiolo messicano ed una bocca che segue i ritmi aritmici di una macumba in mid tempo ¾.
Si riproduce tramite lo spezzettamento fotogrammico, unico animale sulla faccia della terra.
In alcune serate particolarmente calde, quelle in cui la sete si avventa sugli uomini in modo più violento, arriva a trasformarsi in un simpatico godzilla verdeoro.
Nelle serate più fredde, quelle in cui si fuma volentieri in casa anche se in Africa non è mai freddo ma si fuma lo stesso volentieri in casa, può arrivare a somigliare ad un marziano dal carapace Jeeg Robot, con tanto di zampe dotate di maglio perforante.
Si dice che si nutra come una nutria. Ma solo per dire che mangia tanto.
In realtà è ghiotta solo di larve, pupe e coleotteri di Tenebrio Molitor o Zophobas, specie peraltro sconosciute ai nostri due etologi (forse avevano sentito parlare da piccoli a malapena dello Zophobas). Esse condiscono il tutto con abbondante verdura e frutta prima e dopo i pasti.
Dopo il viaggio in Africa il premiato neo bioetologo Asgard Kioskesen tornò in Europa con un bagaglio culturale notevolmente ingigantito e con una ventina di carapaci vuoti da vendere allo Stable market di Londra.
Le tartarughe TinTin invece restarono in patria, alcune senza carapace tanto fa caldo.
Atakpalè Lomè scrisse nei suoi appunti dei 2/3 anni successivi che in qualche sera di luna piena, dopo la dipartita di Kioskesen, dalla foresta giungeva un suono asincrono aritmico ed asincope di TinTin che somigliava parecchio ad un “Gondralgol”.
Concluse gli appunti con la teoria che anche gli animali studiano ed imitano la specie umana.